Non solo gioco

Cefalù: “Era spazio degradato, ora lì si divertono i ragazzini con lo skate” fotogallery

Fabio Tarantino ci parla di Sicily Skate Go e del piacere di stare insieme divertendosi. E sogna un campo nuovo all’Ogliastrillo

Cefalù. I primi gruppetti di ragazzini che si disseminano per le strade, ognuno con il proprio skate in braccio, li scorgi già dopo pranzo: sono appena adolescenti, poi ci sono quelli un po’ più grandi, muniti di scooter, fino ai bambini che sfrecciano in sella alle loro biciclette. Li vedi attraversare gli incroci e percorrere la lunga salita che porta alla pista di skate di via B6, esattamente a metà strada fra la contrada Santa Barbara e quella di Sant’Oliva. Tutti diretti lì, in attesa che arrivi il loro istruttore, Fabio Tarantino, che impartisce lezioni di skate, dalle fondamenta della disciplina fino ai trick più complessi, con l’unico intento di divertirsi insieme e imparare in allegria, circondati da amici.

Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Fabio, che insieme all’aiuto prezioso di Fabrizio Fajlla ha messo su il gruppo Sicily Skate Go a Cefalù. Peppe Danna Emanuele Baccillieri e Luca Polizzi sono il resto del gruppo che maggiormente offre un contributo. Insieme, coordinano una ventina fra bambini e ragazzi e hanno – con la fiducia dei genitori e la loro tenacia – ridato dignità a un luogo abbandonato, permettendone anche la riqualifica. Se i ragazzi e i turisti oggi hanno a disposizione una piccola area dove praticare questo sport, ciò si deve al loro impegno.

Chi è Fabio Tarantino? Ci presenta la community di Sicily Skate Go?

“Ho 47 anni e sono nato a Cefalù. Vivo qui e durante la settimana bado a mia figlia e lavoro come addetto stagionale alle vendite. Nel tempo libero mi piace praticare e insegnare la disciplina dello skate a grandi e piccini, e al momento il nostro gruppo è costituito da una ventina di elementi dai 6 ai 18 anni, ma di ragazzi piccoli o alle prime armi ne vengono anche da Palermo e Sant’Agata, esclusivamente per fare lezione”.

Come è nata la passione per lo skate?

“Mi ricordo che, quando avevo 10 anni, ho ricevuto dai miei zii questo skate di plastica come regalo. Mia madre non mi permetteva di giocarci fuori, così finivo per rompere oggetti esercitandomi in giro per la casa, come capitava a tanti. A Cefalù non c’era ancora una pista, ma ricordo che andavo a skateare con i miei amici con cui ogni tanto faccio ancora oggi delle reunion. Gli skate nuovi li ordinavamo per telefono dai cataloghi PostalMarket, anche per gli amici. Così abbiamo fatto rete, finendo col prestarci a vicenda le nostre attrezzature. Adesso, a distanza di anni, posso dire di aver coltivato dei bellissimi rapporti di amicizia in giro per l’Italia, che è un po’ il senso di questo sport. Anche qui a Cefalù, capita spesso di incontrare turisti e skater (soprattutto francesi) e fare amicizia con loro, che mettono a disposizione le loro tavole e la loro esperienza”.

 

Campo skate

 

Ed è anche così che è nato il vostro gruppo, Skate Go Cafè.

“Esatto. Il nostro gruppo e la nostra pagina social (qui) sono sostanzialmente un side project, che serve a noi per farci conoscere e a chi è interessato per vedere che cosa facciamo tutti insieme. Grazie a questa attività, la stessa pista adesso è indicizzata su Google Maps a nome del nostro gruppo. Questo è ciò che facciamo: ci incontriamo per skateare all’insegna dell’amicizia e del divertimento, non siamo un’associazione a tutti gli effetti, ma nel nostro piccolo abbiamo spinto perché quest’area venisse riqualificata”.

Già, perché qui prima era tutto abbandonato e non c’erano le rampe, tantomeno il canestro per giocare a Basket. In questo senso, avete ridato dignità a un luogo fatiscente e frequentato da giovani come punto di ritrovo o dove consumare alcolici…

“Questa ‘battaglia’ è cominciata sei anni fa, molto prima della nostra ultima petizione in cui chiedevamo all’Amministrazione di fornirci una nuova pista in una zona differente da quella attuale. Intanto siamo partiti da qui, in un’area che si presentava completamente devastata, tra cocci di bottiglie in vetro e avanzi di muratura di un precedente cantiere. Abbiamo sentito i vecchi assessori (era la prima amministrazione Lapunzina) e chiesto il ripristino finché non ci hanno dato ascolto. Così è stata tolta la ringhiera, poco sicura, che costeggiava la piazzetta e cambiata la pavimentazione (che sarebbe già da rifare da capo). Inoltre, su nostro consiglio e tramite una ditta autorizzata dal Comune, sono state installate le rampe sulle quali oggi ci alleniamo. Altri lavori di muratura non è possibile farli, perché sotto questa pavimentazione scorrono le tubature dell’Amap; perciò credo che qui non ci saranno altre migliorie in futuro”.

Alla luce di questo, quali sono le problematiche che riscontrate qui? Avete individuato una zona dove potrebbe sorgere un nuovo skatepark?

“A livello di sicurezza il problema oggi è la scalinata, troppo vicina alle vie di fuga e che può rivelarsi pericolosa in caso di caduta. Inoltre, condividiamo il campetto con dei ragazzi che vengono qui per fare qualche tiro a canestro: la convivenza va bene, ma in certe giornate siamo un po’ stretti e in caso di incidente con la palla sullo skate, le conseguenze potrebbero essere spiacevoli. Quanto alla nuova pista, cerchiamo di tenere i canali costantemente aperti con la Soprintendenza che ci ha proposto l’area del parcheggio sopraelevato del Palazzetto dello Sport. A noi l’idea piace molto, oltretutto frequentiamo già il posto: il pavimento è già pronto e l’ideale, come aggiunta, sarebbero delle rampe cementificate che richiedono pochissima manutenzione”.

 

Campo skate

 

Ci sono eventi in programma che desiderate realizzare?

“Stiamo lavorando a una jam che si terrà questa estate, a metà luglio. Speriamo di ricevere il supporto di qualche sponsor, ma l’importante è che questi ragazzi si divertano. L’aiuto che ci diamo a vicenda e anche la partecipazione delle famiglie è fondamentale per autogestirci: organizziamo collette per permetterci l’abbigliamento e le attrezzature necessarie”.

Tra i ragazzi – alcuni giovanissimi – che osservi, ce n’è qualcuno che sogna di entrare in Federazione e di competere?

“Ti dirò, fra i piccoli qualcuno che promette bene c’è, ma deve frequentare altri park meglio attrezzati. Dal mio punto di vista, comunque, le gare rovinano lo spirito che è insito nello sport. Per me lo skate è un’interpretazione artistica del tessuto urbano, e soprattutto questa disciplina ti dà una lezione: bisogna saper cadere e subito rialzarsi”.

Quali sono gli altri sport e passioni che coltivate, al di là dello skate?

“Qui c’è qualcuno che fa surf, altri che giocano a basket, poi c’è chi ha la passione della fotografia e chi per i viaggi. Sulle ruote? Poco altro, il nostro Fabrizio aveva la OneWheel, poi c’è chi viene anche con le BMX perché la nostra pista è adibita anche per le bike”.

Qual è il trick più difficile che sa fare? E quale invece no?

“Odio il KickFlip con tutto me stesso… invece con l’Aerial 360 me la cavo e mi diverte farlo”.

Chiunque può praticare questo sport? Quanto è difficile iniziare? E soprattutto è costoso?

“Questo sport è aperto a tutti. Forse all’inizio è un po’ dura trovare l’equilibrio e assimilare i fondamentali, però una volta che hai le protezioni affronti anche la paura di cadere. Anche per questo, secondo me è una disciplina fondamentale nei bambini perché migliora la coordinazione e impari a cadere bene, senza farti male. La spesa iniziale (da meno di 100 a un massimo di 200 euro per una tavola assemblata) dipende anche dalla qualità dei materiali che scegli, dopodiché non ti serve altro, se escludi le scarpe e le protezioni che si consumano in fretta”.

Gli anni Novanta e i primi Duemila hanno rappresentato la golden age per questa pratica, spopolata come cultura anche grazie ai film, videogames e personaggi sportivi influenti come Tony Hawk. Come è cambiata la percezione degli skater da allora?

“Bella domanda… ritengo che la nostra reputazione sia rimasta tutto sommato la stessa, e qui entra in gioco lo skatepark perché aumenta l’interesse e la curiosità attorno a quello che facciamo; anche in questo senso ci serve a guadagnare un certo tipo di visibilità… ma mi sa che in fondo rimaniamo sempre dei teppisti! (ride, ndr). Alla fine, è tutto dettato da preconcetti basati sull’apparenza, dal nostro abbigliamento fino all’atteggiamento con cui ci poniamo”.

Nel salutarci ribadisce la proposta: “Speriamo di accogliere sempre più ragazzi, magari all’interno di un nuovo skatepark nell’area Ogliastrillo. Noi ci proveremo sempre”. Chissà…