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Linea Verde: focus da Cefalù alle Madonie, bellezze e rispetto della natura

Dalla Targa Florio a Castelbuono set per Tornatore, fino a Cerda e al suo carciofo

Linea verde cefalù madonie

Il connubio tra bellezze, rispetto per la natura, storia millenaria e tradizioni popolari, incorniciato da immagini e riprese suggestive. Con Peppone Calabrese e Livio Beshir. Questo si è visto in tv all’ora di rpanzo, domenica 26 maggio: su RaiUno, Linea Verde si è snodata lungo un itinerario tra Cefalù e le Madonie.

Questo percorso è iniziato con Totò Riolo, pilota siciliano che ha vinto per tre volte la Targa Florio, competizione automobilistica nata nel 1906 per volere di Vincenzo Florio. Si è poi mostrato un continuo scambio tra le città di Cefalù e Castelbuono mostrandone alcuni tratti peculiari.

Cefalù, polis risalente probabilmente alla fine del V secolo, nata dalla leggenda, raccontata a Beshir dalla guida turistica Barbara De Gaetani, sul pastore Dafni trasformato da Ermes nella attuale Rocca, per essere stato infedele alla figlia di Giunone, Achenais.

 

 

È stato mostrato uno degli aspetti economici fondamentali per l’economia cefaludese: la pesca. Infatti, il pescatore Giovanni Brocato ha portato con sé il conduttore sul peschereccio ricordando
anche l’azienda “Pesce Azzurro” che lavora da generazioni alici, sgombro e tonno pescati nel territorio circostante.

Sono stati intervistati i fratelli ceramisti Pasquale ed Elio Saia, che congiungono innovazione e tradizione nella realizzazione a mano di pezzi unici in ceramica. Infine è stato presentato il Duomo, monumento simbolo di Cefalù, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nell’itinerario arabo-normanno, la guida turistica Daniela Mendola ha parlato della leggenda legata alla fondazione della cattedrale: costruita per volontà del primo re di Sicilia, Ruggero II il Normanno, nel 1131, quando fu sopraffatto da una tempesta mentre navigava da Salerno verso Palermo, e si rivolse al salvatore della trasfigurazione per chiedere la salvezza per sé e per i suoi uomini, e come forma di riconoscenza avrebbe eretto una basilica in suo onore.

Il Duomo è stato presentato come esempio di contaminazione e sincretismo culturale.

Anche Castelbuono è stata protagonista all’interno del programma, presentata come set cinematografico del film “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, inoltre, sono state riprese tradizioni tipiche del paese, come l’arte del ricamo e l’allevamento delle capre in cui il pastore Giacinto Cangelosi e il figlio Giovanni si occupano del pascolo e del sostentamento di animali, da loro definiti, in via di estinzione. Non poteva mancare il riferimento ai prodotti tipici dell’azienda dolciaria Fiasconaro e alla manna, prodotto esclusivo del territorio madonita e presidio slow food.

 

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L’agronomo Mario Cicero ha mostrato l’estrazione della manna dal frassino, attraverso le incisioni sulla corteccia, ricordando la dedizione e la pazienza di aspettare che la pianta sia matura.

Attenzione particolare è stata data alla vegetazione del parco delle Madonie, tipica della macchia Mediterranea, e patrimonio di biodiversità, che viene esaltata anche dall’imprenditore agricolo Pasquale Di Garbo e dalla famiglia, possiedono una proprietà terriera di cento ettari in cui coltivano agrumi, mandorle e producono miele di ape nera sicula.

Il percorso si è concluso a Cerda con la coltivazione del carciofo spinoso, prodotto importato dagli arabi nell’XI secolo. L’etimologia dell’ortaggio, pianta che punge, richiama la sua peculiare
caratteristica spinosa, che gli attribuisce maggiore compattezza rispetto le altre tipologie, ha spiegato l’agronomo Salvatore Cappadonia, che ha parlato anche dell’influenza negativa del cambiamento climatico sulla coltivazione, in quanto la stagione di raccolta è stata anticipata di circa un mese.

 

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