Pillole dal Gal Hassin

Pillole dal gal hassin

A casa del radio

In Rue Lohmond, Parigi: a casa del radio Marie Curie sembra emergere dai vapori di diossido di uranio. È stata lei a mettere a punto il processo che permetterà di isolare sali di radio

Marie e Pierre Curie
Marie e Pierre Curie nel loro laboratorio alla scuola di Fisica, in Rue Lohmond, a Parigi (1906)

Alla fine del 1800, c’era un laboratorio alla scuola di Fisica, in Rue Lohmond a Parigi, dove Pierre Curie insegnava. Il laboratorio aveva un cortile, dall’altra parte c’era un capannone abbandonato, il tetto a vetri era in una condizioni pessime tanto da lasciar passare la pioggia.

In passato, la Facoltà di Medicina aveva utilizzato questo locale come sala di dissezione, ma da tempo non era più il luogo adatto per ospitare i cadaveri. Al posto del pavimento, solo catrame screpolato. Per mobilio, qualche vecchio tavolo da cucina, una lavagna nera, una vecchia stufa che non funzionava bene. D’inverno si gelava, la stufa non tirava.

Marie Curie si nascondeva sotto strati di scialli e golfini, Pierre non si toglieva mai il suo mantello: erano infagottati e continuavano a maneggiare le fragili calotte delle bilance ultrasensibili e a riempire pagine e pagine di calcoli sui quaderni. D’estate, quel capannone diventava letteralmente un forno. Eppure, era il loro primo laboratorio.

Madame Curie più tardi scrisse ricordando quei tempi: “Non avevamo denaro né laboratorio né aiutanti per condurre a termine questo compito importante e difficile. Era come creare qualcosa con niente, e se i miei anni di studentessa erano stati definiti da mio cognato come ‘gli anni eroici’, posso dire senza esagerazione che questo periodo fu, per mio marito e per me, l’epoca eroica della nostra vita in comune. Tuttavia, è in quell’orribile rimessa che trascorsero gli anni migliori e più felici della nostra vita, interamente consacrati al lavoro. Spesso preparavo sul posto il nostro pranzo, per evitare di interrompere qualche operazione particolarmente importante. Io passavo qualche volta l’intera giornata a rimestare una massa in ebollizione con un’asta di ferro grande quasi come me. Alla sera ero spezzata dalla fatica”.

La massa in ebollizione di cui parla Marie Curie era la pechblenda, un minerale di uranio. Fu dalla Boemia (l’attuale Austria) che i Curie si erano fatti arrivare tonnellate di questo minerale, o meglio solo i residui, perché la pechblenda costava cara. I residui, invece, avevano un costo veramente irrisorio.

La composizione della pechblenda era ben nota ai ricercatori ma c’era qualcosa in essa che era sfuggito all’attenzione degli scienziati e alle analisi chimiche: probabilmente un elemento presente in piccolissime quantità.

All’inizio Pierre e Marie Curie pensarono che la pechblenda contenesse circa l’1 per cento della nuova sostanza, ma scoprirono, nel corso degli anni e di lunghe fatiche, che era decisamente inferiore, solo la milionesima parte della pechblenda: la chiamarono radio.

Come fanno i poliziotti quando devono analizzare un quartiere alla ricerca di un ladro, entrando in tutti gli edifici fino a trovare la casa in cui si nasconde, i coniugi Curie si resero conto che la radioattività anormale si nascondeva in certe parti del minerale, in particolare si concentrava in due frazioni chimiche della pechblenda. Questo era il segno che vi erano due elementi distinti, non uno.

Nel luglio 1898 annunciarono la scoperta di una delle due sostanze, il polonio (dal nome del paese natale di Marie, la Polonia); nel dicembre 1898 della seconda, il radio.

La notizia della scoperta di due nuovi elementi scombussolò le teorie fondamentali alle quali gli scienziati erano incollati da secoli. Come si spiegava l’emissione spontanea di radioattività da parte di alcuni elementi?

Fino a quel momento nessuno aveva visto il radio. Nessuno conosceva il suo peso atomico. Niente peso atomico, niente radio.

Per mostrare il polonio e il radio al mondo intero, i coniugi Curie faticarono ben quattro anni.

Il 28 marzo 1902 Marie annotò sul suo quaderno: RA = 225,93. Peso di un atomo di radio. Infatti, in quell’anno Marie riuscì a preparare 0,1 grammi, di radio puro e a farne una prima determinazione del peso atomico. Il radio esisteva. Pesava 226. Numero atomico 88.

La notizia ufficiale fu data 122 anni fa, il 20 aprile 1902.

Pierre Curie morì il 19 aprile 1906, lasciando due bambine piccolissime e una vedova distrutta. Fu travolto da una carrozza, mentre attraversava la strada.

Marie riuscì a coronare il sogno di un vero laboratorio solo dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, quando nacque l’Istituto del Radio, oggi Institut Curie a Parigi, uno dei maggiori centri internazionali nell’ambito della ricerca medica, biologica e biofisica.

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