Situazione insostenibile

Attese di 7 ore per una ricetta, a Caltavuturo è ancora emergenza medico di base

L’unico rimasto è Piero Porretta: “Anch’io ho l’età per la pensione ma come posso lasciare la mia gente senza dottore?”

Comitato medici Caltavuturo
Il Comitato civico di Caltavuturo

Caltavuturo. Fino a sette ore di attesa in fila per ottenere una ricetta e un solo medico a coprire la zona. Sale d’attesa affollate fin dalle prime ore del mattino e convocazioni dell’Asp (Azienda sanitaria provinciale) perennemente deserte. Dal mese di ottobre il comune di Caltavuturo versa in una situazione di grave emergenza sanitaria dettata dalla carenza di personale medico; dopo quasi sette mesi, la soluzione definitiva appare ancora lontana.

La causa è dovuta in parte a una mancanza di ricambio generazionale, a seguito del pensionamento di quattro medici. In sostituzione a questi, sono subentrati in struttura diversi medici a tempo determinato che, tuttavia, hanno rinunciato di lì a poco per motivi personali. Così il reparto è rimasto scoperto e si fa fatica a trovare qualcuno disposto a spostarsi in un comune penalizzato dalla posizione in cui è situato, dove l’ospedale più vicino dista mezz’ora di strada in automobile.

L’unico rimasto in medicina generale – laddove prima erano in cinque – è il dottor Piero Porretta (nella foto sotto), che copre Caltavuturo e Sclafani Bagni in queste condizioni da ottobre, quando due colleghe hanno improvvisamente lasciato il posto vacante. “Per alcuni dei miei colleghi sono sopraggiunti i limiti d’età, adesso sono rimasto solo. Anche io avrei maturato la pensione – confessa il dottore – ma non posso proprio, io che sono nato e cresciuto qui. Si sapeva che nel periodo 2020-2025 si sarebbero pensionati un certo numero di colleghi, pertanto era prevedibile questa situazione. Ora che c’è questa emergenza, è giusto che il medico vada a coprire l’area in cui c’è davvero necessità… ricordiamoci che questo non è un mestiere come gli altri”.

Sui 1800 assistiti di massimale, Porretta parla di “carico di lavoro importante, che comporta una reperibilità continua”. “Ho anche cercato dei collaboratori-  racconta -, ma non ho ricevuto risposte positive”.

 

Piero Porretta

 

La popolazione (in larga parte anziana, con patologie croniche) è costretta a rivolgersi al pronto soccorso o alle farmacie per le richieste più disparate, ma senza prescrizione medica non è possibile erogare alcuni farmaci.

Recentemente, una signora è morta d’infarto e non si è riusciti a intervenire in tempo, in mancanza di un defibrillatore disponibile.

IL COMITATO ALLA REGIONE: “INSERIRE CALTAVUTURO FRA LE ZONE DISAGIATE”

Il caso è diventato presto d’interesse anche per i media nazionali negli ultimi mesi. Per correre ai ripari e al contempo mettere pressione, il 21 gennaio scorso è stato costituito un Comitato civico con l’intento di arginare la grave crisi, in sinergia con il Distretto.

“Le esigenze della cittadinanza – ci spiega Nino Cirrito, membro del Comitato – sono le più basilari: chiedono principalmente ricette, prescrizioni. La gente si sobbarca file di sette ore al pronto intervento, e questo finisce per generare stress, stanchezza e nervosismo. In tantissimi si rivolgono alle farmacie anche per la semplice assistenza, in questo modo i farmacisti si sostituiscono al medico come figura di riferimento e questo non va bene”.

Quanto alle iniziative da promuovere – stabilite in sede di assemblea cittadina – figurano l’aumento dei livelli di assistenza fino a 1800 assistiti rispetto ai 1500 del passato e l’informatizzazione della storicità del paziente, per una migliore efficacia del trattamento e semplificazione d’accesso ai dati della persona.

E poi? “Possiamo chiedere di potenziare ulteriormente la Guardia Medica, trasformarla in una sorta di mini ospedale… ma soprattutto, data l’urgenza, possiamo chiedere alla Regione una classificazione di Caltavuturo come zona disagiata dal punto di vista sanitario”.

La situazione è decisamente grave – concorda Cirrito – e riguarda anche i comuni vicini di Castellana e Scillato, “ma un po’ tutto l’entroterra sta soffrendo. Caltavuturo conta poco più di 3000 abitanti e perde residenti ogni anno che passa: i giovani vanno via per studio e opportunità lavorative migliori, e il tasso di natalità è di circa 13 bambini l’anno. Tutto questo per dire che mancano le attrattive per i giovani neolaureati che desiderano esercitare la professione. Noi, come gruppo, abbiamo trovato grande disponibilità da parte di Palermo e Termini Imerese? ma non ci sono medici disposti a venire, nessuno ha accettato, nemmeno i madoniti”.

Nel corso dell’ultima assemblea cittadina, tenutasi a fine marzo, è stato emesso un avviso pubblico per l’assegnazione delle zone carenti ai medici aspiranti, per contratti anche a tempo indeterminato, con priorità per i comuni di Caltavuturo e Scillato. Intanto l’assessorato sta per pubblicare un bando su base regionale, nella speranza che qualcuno risponda.

Comitato medici Caltavuturo

 

L’APPELLO

Sul tema è intervenuto anche Domenico Giannopolo – rappresentante del Comitato cittadino e consigliere comunale nonché ex sindaco di Caltavuturo, la cui ultima legislatura risale al 2020 – il quale desidera fare un appello ai giovani medici “affinché ci scelgano e facciano domanda per il posto in medicina generale”. E in merito a qualche precedente disguido che è venuto a crearsi e che ha visto alcuni lasciare il posto, ci tiene a sottolineare: “Ciò non significa che la comunità caltavuturese sia ostile”.

CRISI ANCHE NEL MESSINESE

I cittadini chiedono a gran voce potenziamenti diretti alla sanità e strutture dedicate alla prevenzione. Accade nei territori di Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Lipari, nel messinese, dove alcuni sit in sono stati predisposti davanti alle entrate dei nosocomi; indetta inoltre un’assemblea permanente per difendere la salute pubblica, in un momento estremamente delicato per il settore e che coinvolge, inevitabilmente, tutta la popolazione siciliana.